American Gods – Recensione 1×04 – Git Gone

Lo scorso episodio ci aveva lasciati con un colpo di scena potenzialmente prevedibile, ma allo stesso modo sconcertante, e Git Gone risponde perfettamente a questo cliffhanger, catapultandoci nel passato, mostrandoci come ha avuto inizio la storia di Shadow e Laura, fino ai terribili esiti del presente.

Una coppia male assortita dagli esordi, una croupier annoiata dal suo lavoro e un aspirante ladro di casinò, troppo buono, troppo giusto e troppo innamorato di lei.
Shadow le chiede di essere la sua cimice all’interno del casino e rifiuta, fin quando non è lei a credere di avere un piano migliore, che porta suo marito direttamente in galera.
Git Gone è un perfetto memoriale, forse quello che Laura non ha mai potuto avere al suo funerale a causa della sua tragica ma ironica morte.
La sinergia tra penna di Neal Gaiman e l’espressività di Emily Browning si combinano perfettamente delineando i tratti di un personaggio che possiamo amare ed odiare ad intermittenza o addirittura nello stesso momento, ma che non può e non deve lasciarci indifferenti.

Laura Moon è la più alta personificazione dell’insoddisfazione umana, dell’avarizia, della lussuria e del male di vivere, oserei dire dello spleen baudeleriano, ma allo stesso tempo questi aspetti non sono da percepire come totalmente negativi.
Lei rappresenta chiunque voglia di più anche quando ha tutto, chiunque veda solo banalità nella sua normalità. Laura Moon è l’umano borioso e vanaglorioso che impedisce alla morte di fare pesare il suo cuore, perché consapevole di quanto imperfetta sia stata, e la rifiuta anche quando non ha mai creduto in nulla ed è il nulla ciò che si merita.
Laura Moon è l’ Übermensch che, guidata esclusivamente dalle sue passioni dionisiache, scettica di fronte ad una vita ultraterrena, riesce a superare il nichilismo col suo incontro con la morte.

Get Git non è l’episodio più bello della stagione fino a questo momento solo perché ci regala questo personaggio così interessante e dalla difficile interpretazione, ma è anche risolutore, infatti inizia a sciogliere i primi  dubbi.
Scampata al suo destino di tenebre e nulla, Laura segue una luce che paradossalmente è rappresentata da Shadow, riuscendolo a salvare dall’impiccagione e dagli scagnozzi di Technical Boy. Con la sua resurrezione, Laura acquista una forza straordinaria, capace di dilaniare un corpo anche con un solo pugno.

Ad alleggerire questo episodio c’è sicuramente l’incontro con la sua ex-migliore amica Audrey. Di certo rivedere la versione zombie di un’amica è traumatico, ancor peggio quando insieme alla sua morte scopri la liaison con tuo marito. Paradossalmente Audrey aiuta Laura e sebbene non voglia comprendere le sue ragioni, una frase nel loro dialogo è sicuramente degna di nota.
Quando Audrey le fa notare di non aver mai amato davvero Shadow, lei risponde di amarlo ora.
Oltre all’umanità di questa affermazione, alla forte volubilità, c’è qualcosa che ormai è cambiato: Shadow è il motivo per cui è di nuovo in vita, la sua missione, la sua luce, dopotutto il motivo per cui è tornata è la moneta lasciata involontariamente sulla sua tomba proprio da suo marito.
A dimostrarlo è l’incontro con Mr. Ibis e Mr. Jaquel, che dopo averla sistemata nella loro agenzia di onoranze funebri, le ricordano che finita la missione, la sua anima verrà reclamata.
L’episodio nasce come una partentesi che si chiude proprio allo stesso modo di quello precedente, semplicemente da un’angolazione diversa, riportandoci alla narrazione iniziale. A differenza degli altri risulta anche più scorrevole, distribuendosi su una linea temporale unica e concentrandosi su un unico personaggio, senza troppe distrazioni o interferenze.

missdanastood

Mi dicono che parlo troppo e ho provato a stare zitta, ma dite che una che ha messo in difficoltà pure Kit Harington ce la possa fare?
Sono fatta al 100% di caffeina e citazioni di It's Always Sunny in Philadelphia

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